SYBIL.
In a Small Town CD

Sette canzoni soltanto, stavolta.

Genova, 1996 circa. Sui gradini di un locale siedono Mauro Ghirlanda e Sandro Carraro, uno suona hardcore e l’altro punk-rock. Perchè non facciamo un gruppo tranquillo? Tipo? Alla Smog, cose così. Roba malinconica in inglese. Prendiamo una cantante e via!

Sì, è iniziata più o meno in questo modo. Un pò per gioco e tanto per caso. Perchè volevo fare un sacco di soldi, diventare una rockstar e soprattutto fare innamorare un sacco di ragazzine. O più semplicemente, perchè ero troppo angosciato da quello che mi circondava. (Mauro)

Sui gradini passa una ragazza. È la cassiera del locale, Laura Ligabue. È una delle facce più conosciute in città, ed è molto bella. Non hanno idea di che voce abbia, ma Mauro la ferma. Ti va? Non ho mai cantato. Comunque sì, proviamo. Per la batteria pensano a Franco Zaio, libraio sposato. E l’indomani corrono in negozio a supplicarlo.

Io scriverei: ci siamo messi insieme quando...? E che è stato per amore, perchè è vero. (Laura)

Ci ritrovammo in saletta. Non avevo la più pallida idea di cosa dovessimo suonare, ma come per magia tirammo fuori tre pezzi, due dei quali destinati a diventare nostri classici.Realizzammo tempo dopo che T.T. era identica a un passaggio di The Rime of the Ancient Mariner degli Iron Maiden. (Sandro)

È chiaro come se fosse successo ieri sera, chi se lo dimentica! Eravamo intimoriti in uno scantinato, ci siamo guardati e abbiamo iniziato a fare degli accordi. Tutto è venuto come se avessimo suonato assieme da dieci anni. (Mauro)

Cominciammo a provare e a vederci spesso. A raccontarci storie, a condividere problemi, difficoltà, ansie e quant’altro. Insomma, il gruppo era diventato una valvola di sfogo, e ci piaceva. Anche se a volte faceva stare male (soprattutto me). (Sandro)

Ho cominciato a venire solo per provare tra noi, come mi avevate assicurato, perchè tanto non ero capace. Mi terrorizzava l’idea di cantare con voi,a  ogni prova mi si chiudeva lo stomaco. (Laura)

Il mix di tutti noi era magico. E anche punk, nel suo essere così non pretenzioso, immediato, volutamente sgangherato. (Franco)

I
n stato di grazia e stupiti loro stessi, proseguono. La voce è stupenda almeno quanto dicono lo sia la ragazza. La musica altrettanto, arpeggi da cameretta e rare sfuriate elettriche. Insieme, fermano il cuore e lo abbracciano. La curiosità in città si fa alta, anche se di questo nuovo gruppo un po’ strano nessuno ha ancora sentito nulla.

Il gruppo esisteva per noi quattro, non per la gente. Forse è questo che lo ha reso così speciale, e così importante nelle nostre vite. C’erano le nostre storie in quelle canzoncine pop, i nostri sentimenti e le nostre ansie. (Sandro)

Sybil Buck è una modella che fa la VJ su MTV. Fuori il cognome e dentro un punto finale. Nome di ragazza, bello e facile. Per suonare dal vivo non manca nulla, giusto qualche cover. E se pagheremmo per un nastro di I Wanna Be Your Dog e Today Your Love, Tomorrow the World in versione Sybil., è un’altra che definisce terra e cielo dei nostri: la più bella versione mai sentita di Asleep degli Smiths. Originale compresa.

Da ragazzino suonavo il piano, ma non ricordavo più nulla. Mauro si armò di pazienza e venne da me, una sera intera a trasportare Asleep su chitarra. Non l’ho mai ringraziato abbastanza per avermi suonato la parte di basso tre o quattro ore di seguito. (Sandro)

...e poi la notte di Asleep, con Sandro per tirar fuori l'arpeggio più bello della storia. (Mauro)

Piccoli cartoncini colorati con un nome di ragazza riempiono Genova, ed è l’ora del primo concerto. Serata memorabile e allo stesso tempo irripetibile. I Sybil. sono appena nati e già cominciano a morire, come le farfalle.

Il locale era pieno. Quando salimmo sul palco Laura fece il gesto del silenzio e sussurrò uno shhhh. Silenzio fu, per 35 minuti. Tiro su lo sguardo e vedo facce tirate, qualcuno lì lì per piangere. E poi l’applauso. Lungo, sincero, sentito. Il concerto più bello della mia vita. Gaia era in prima fila e non si rese conto di nulla. Non sapeva che tutto quello era per lei. (Sandro)

Ricordo le piccole e poche esperienze dal vivo come veri e proprio traumi. Prima di suonare stavamo tutti molto male. Dopo, una specie di amnesia. Come quando passa la febbre, più sfiniti che divertiti. Ecco, questo è stato un peccato: non ci siamo divertiti. Non era divertente provare, suonare, parlare. (Laura)

Quasi subito cominciò il declino. Eravamo partiti così bene e così forte che non potevamo che scendere. Continuammo a provare, a scrivere pezzi belli e altri meno. Ma qualcosa era cambiato. Quando registrammo In a Small Town quella magia che erano i Sybil. stava già svanendo. (Sandro)

Sullo scioglimento non so che dire. Saprei spiegarlo a voi,  ma non a un giornale! Me ne sono andata, punto. Me ne assumo tutti gli accidenti, i forse, i ma. (Laura)

I
o ci credevo parecchio, ma forse non abbastanza per motivare anche Laura e Sandro, presi dai loro patemi d'animo. Mentre io mi arrabattavo fra lavoro,  famiglia, due figli, mutuo… (Franco)

Nella sua semplicità, era un gruppo che interpretava le emozioni dei suoi componenti. Le ragioni dello scioglimento forse sono tutte qui: le nostre ansie, le paure che ci avevano uniti, una volta svanite hanno segnato la fine del gruppo. (Sandro)

La Sarah Records è esistita anche in Italia. Per un momento breve e intensissimo, nelle note e nel cuore di sette canzoni soltanto.


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