THINK PUNK
L'anomalia Fucked Up: parla Pink Eyes

C'è poco da fare: se si è in grado di coglierli e gestirli, sono i contrasti ad essere davvero interessanti. Gli sviluppi inattesi, le cose che vanno diversamente da come ci si aspetta, le anomalie. Tutti che all'improvviso, dopo stagioni e stagioni di puzza sotto nasi indie, scoprono o riscoprono quanto sia figo il punk. Tutti che lo fanno grazie a un gruppo che dal suono ci si immaginerebbe bello maschio, duro e tatuato, oppure serio e militante fino all'assenza di umanità, e invece è una delle combinazioni più bizzarre viste di recente. Un pelato barbone molto sovrappeso che passa la maggior parte del suo tempo in mutande, spaccandosi oggetti in testa e urlando canzoni intitolate La chimica della vita comune, Cercando Dio, Trionfo della vita, Regno magico e Figlio del Padre, e
cinque nerd uno più regolare dell'altro. I dischi hanno grafiche che sembrano versioni belle di album fusion degli anni '80, il nome è roba da pop-punk di quarta categoria, incredibilmente mai usato fino a ora.
Eppure, per quanto anomali, i Fucked Up sono hardcore punk al 110%. Coniugano con la freschezza tipica dei migliori del genere, e con un muro di chitarre a sostegno, varie facce e vari momenti storici del movimento: l'oi! di fine '70, l'hardcore americano degli '80, lo screamo originario dei '90, un po' di Poison Idea qui e un po' di Turbonegro li'. Ma ancora: l'aria è nuova, spuntano numerosi elementi insoliti in forma di parti d'organo e strutture non scontate, influenze psichedeliche e rock classiche, liriche che temperano l'assalto con la filosofia. Sarà anche questo, oltre all'indubbia bravura superiore alla media del sestetto di Toronto, alla radice del loro successo non confinato alla scena hardcore, ma dilagante presso il variegato pubblico hipster? O abbiamo tuttora bisogno di uno sdoganamento per il rozzo punk, in questo caso sotto forma di contratto Matador? E quando erano in giro gli Avail, tutta questa gente dov'era?

Altre anomalie: ve lo immaginate Ezra Koenig dei Vampire Weekend, con la sua camicia button-down a scacchi, a sbraitare classici di Descendents e Blitz in mezzo al pubblico come in un basement show qualunque? E Moby a darci di chitarra e “Hey Ho, Let's Go” su Blitzkrieg Bop? Succede nell'ottobre 2008 a New York, al concerto con ospiti lungo 12 ore che il gruppo ha organizzato per presentare il primo album di quel contratto, The Chemistry of Common Life. Ve li immaginate Jarvis Cocker, GZA e Andrew WK a fare il coro in una cover benefica di Do They Know It's Christmas? insieme a Koenig stesso, No Age e TV On The Radio? Hanno tanti amici celebri e insospettabili i Fucked Up, ma ne hanno anche tanti fra le leggende del punk: Bob Mould che fa il coro di cui sopra pure lui; Jello Biafra, Keith Morris (Circle Jerks, Black Flag), John Brannon (Negative Approach) e John Joseph (Cro-Mags) che fanno spesso capolino sul palco.
Da qui cominciamo con Damian “Pink Eyes” Abraham, il suddetto cantante, esempio molto punk di disponibilità ed entusiasimo. “Suonare con personaggi del genere è completamente surreale. Mi piacerebbe avere una macchina del tempo per dirlo al me stesso quattordicenne. Neanche nei sogni più estremi potevo telefonare a questa gente per chiedere di fare delle cose insieme. Non avrei mai pensato nemmeno di poterli incontrare! Sono cresciuto idolatrandoli, sono le persone che mi hanno fatto passare indenne attraverso il liceo, che hanno reso sopportabile quel periodo. Amo questa musica, amo il punk, sono un fan più che un musicista, e sono l'ultima persona al mondo che avrebbe pensato di finire in una band e incontrare tutta questa gente.”

Come ti sei avvicinato al mondo punk e hardcore?
A scuola gli unici tipi un po' interessanti erano gli stoner, e ho preso a girare con loro, con questi hippie drogati. Sono stato anche arrestato, mia madre mi ha proibito di frequentarli e ho cominciato ad andare in centro a Toronto, dove ho incontrato i punk. Uno di loro mi ha consigliato i Sonic Youth, ho comprato 1991: The Year Punk Broke (documentario di Dave Markey del 1992, vero manifesto in immagini dell'irruzione degli alternativi nel mainstream – ndr) ed è scattato qualcosa. Era proprio ciò che stavo cercando, ed era un periodo favoloso, ogni volta che uscivo di casa o che qualcuno mi faceva una cassetta scoprivo nuovi gruppi, sempre migliori di quelli del giorno prima. Era un periodo di scoperta.

Punk era anche un'attitudine, un modo diverso di vivere...
A scuola molti erano omofobici, sessisti, razzisti. Gente interessata solo allo sport o a che lavoro fare da grandi. Nel punk invece la gente era attiva politicamente, faceva le proprie fanzine, i propri dischi, organizzava i propri concerti. Ragazzi della mia età si prendevano carico delle cose senza che fossero altri a decidere per loro. Non dovevi aspettare che il grosso promoter decidesse di fare suonare il grosso gruppo in città: se ti piaceva un gruppo lo chiamavi ed era fatta. Era un mondo diverso da quello in cui avevo vissuto, prima la musica che ascoltavo erano gruppi giganti come Pink Floyd o Led Zeppelin, che sembravano appena scesi dal monte Olimpo per distribuire la musica ai fortunati che stavano sotto.

Nella stessa scena si sono sempre mossi i Fucked Up: è cambiato il vostro pubblico dopo il passaggio su Matador?
Sì, ma da prima. Da quando Vice ha scritto di noi per la prima volta abbiamo visto sempre più hipsters o gente indie-rock ai concerti. Ma piu o meno contemporaneamente molti dei nostri fan storici hanno cominciato a odiarci, quindi in fondo ci è pure andata bene! Penso sia naturale, comunque. La stampa che avevamo nel giro punk era ridicola, la gente diceva le cose piu incredibili su di noi, cose oltre il lusinghiero, che eravamo meglio dei Black Flag e roba simile. Poi si sono stufati di sentirci, hanno cercato qualcosa di nuovo e sono passati ad altro, succede sempre cosi.

Magari perchè nel frattempo piacevate agli hipster?
Può darsi, ma c'è un elemento hipster in ogni musica. Attualmente quello hipster è il gruppo sociale predominante, come gli hippies nei '60 e i grunge nei '90! La cosa bella e triste nello stesso tempo è che tutti quelli che occupano posizioni di spicco in questa cultura arrivano tutti dal punk rock! Punk e hardcore hanno conquistato il mondo, in un certo strano senso...

Voi stessi vivete una bella contraddizione: siete una band molto seria, ma avete anche fama di grandi entertainer e gran cazzoni, in senso buono. Come mantenete questo equilibrio? Non avete paura che una cosa prenda il sopravvento sull'altra?
una paura costante, ma penso che la band esista quasi in due mondi distinti. In uno ci sono i Fucked Up in studio e sui dischi, ma dal vivo devi a chi viene a sentirti dell'intrattenimento. Il tuo lavoro è dare loro un modo di liberare le proprie emozioni, di lasciarsi andare. Il che non significa essere stupidi o buffi a tutti i costi, ma se andassi sul palco e spiegassi serissimo tutti i pezzi sarei disonesto, perche non è quello che mi piace quando vado a un concerto. Voglio che sia divertente per tutti, che la gente rida e balli e si diverta.

Certo quando c'è di mezzo la stampa inglese, che vi coccola assai, il rischio che si parli più delle cose clamorose che della sostanza è alto. Diventate “quelli con il cantante nudo che sanguina” e basta.
La stampa inglese si concentra da sempre sullo spettacolo.
piu facile parlare di un tipo che va in giro per il palco sanguinando e spaccandosi bottiglie in testa, piuttosto che parlare dell'idea di un Cristo pagano. un concetto piu semplice da comunicare quando stai recensendo un disco o un concerto. Riguardo il mio comportamento sul palco, comunque, non voglio ferire o spaventare. Voglio che sia un'esperienza catartica per me e per tutti. Non mi piacerebbe vedere dei feriti a un concerto dei Fucked Up, tranne me. Solo io devo farmi male, so quanto dolore posso sopportare e quanto mi ci vuole per guarire.

Ci sono figure di frontman che ti hanno ispirato?
Jeff Clayton degli Antiseen. Si rompeva cose sulla testa, saltava sui tavoli, e adoro come canta. Chris Erba degli H-100s, ho sentito storie leggendarie di lui che tirava martelli nel pubblico e cose simili. Non voglio farle, chiaro, ma voglio ricreare quel senso di eccitazione ai nostri concerti. Ce ne sono tanti altri comunque, come Jerry A dei Poison Idea o Andrew W.K., quest'ultimo una grossissima influenza. All'inizio andavo sul palco cercando di essere il piu serio possibile, urlavo alla gente nel pubblico. Poi ho visto Andrew e ho totalmente cambiato il modo in cui voglio portare avanti questa band e voglio trattare i concerti dal vivo. Devono essere divertenti e onesti, emozionanti e buffi. Non voglio che siano lezioni serissime.

Venendo ai testi invece? Ci sono dei temi ricorrenti?
Mike (Mike “10000 Marbles” Haliechuk, uno dei tre chitarristi) e io ce li dividiamo grossomodo a metà. Ogni volta che un testo ha a che fare con natura, scienza o universo, lo ha scritto lui. Ogni volta che ha a che fare con Dio, religione, politica o guerra, lo ho scritto io. Ecco la soluzione! Sono cresciuto in una famiglia anglicana, ma la religione non era una grossa parte delle nostre vite, e quando sono diventato un punk sono diventato anche un ateo convinto, odiavo ogni tipo di religione. Oggi invece ne sono affascinato, non la odio, piuttosto mi intriga. Mi definirei un agnostico riluttante più che un ateo. Mi piace l'idea di guardare alla religione da una prospettiva non spirituale, ma storica. L'idea che persone come Gesù Cristo stesso non fossero necessariamente figure religiose, ma storiche. Noi parliamo di lui come figlio di Dio, ma era ebreo, e gli ebrei credono di essere tutti figli di Dio. Cambia il modo in cui interpreti la Bibbia quando sai che Gesù pensava a se stesso non come inviato dal cielo, ma come persona normale al pari di tutte le altre, che prova a rendere migliore la vita della sua gente.

I testi di Mike invece?
Mike ha fede nella natura, io nell'umanità. Mike crede sarà il ciclo della natura a dettare l'ascesa e la caduta dell'umanita, a me piace credere che sarà l'umanità stessa a farlo. Ma pur arrivando da approcci diversi, ci incontriamo sull'idea che alla fine qualcosa dovrà per forza cambiare, l'umanità non puo continuare così. Gli imperi cadono, e penso che l'impero degli Stati Uniti come guida del mondo occidentale e della politica mondiale si stia avvicinando alla fine.

Un vicino di casa ingombrante, per il Canada. Da qui, vi vediamo come una specie di Stati Uniti
buoni: confermi?
La nostra è una società diversa, ma non penso sia definita da ciò che i canadesi sono, quanto piuttosto da cosa non sono. Se chiedi a un canadese la differenza fra lui e un americano, ti risponderà: “Oh, non siamo come gli americani.” Non ti dirà cosa sono i canadesi, ma che non sono come gli americani. Il Canada è plasmato dai media americani. Le influenze storiche inglesi e francesi ci sono ancora, l'assistanza sanitaria o il sistema di governo per esempio, ma culturalmente siamo incredibilmente influenzati dal nostro vicino gigante a sud.

Cambiamo argomento: mi dici i tuoi dischi o gruppi del decennio?
Difficile. Ce ne sono, ma non tanti come nei '90 o negli '80. Posso dirti quelli molto piu facilmente, l'ultimo decennio invece non ha avuto un'identità musicale precisa, non ci sono stati il grunge, il punk, il prog o la musica hippie dei '60. Forse fra dieci anni lo sapremo dire, chissà. Lo pensavo anche dei '90, ma allora avevamo avuto i Dinosaur Jr di Bug, Tad, Mudhoney. O l'hardcore giapponese dei Bastard: il loro Wind of Pain è uno dei miei dischi punk preferiti di tutti i tempi, la prima volta che l'ho sentito ho capito che nessuna punk band sarebbe stata capace di fare un disco altrettanto intenso. In questo decennio mi sono piaciuti i No Warning di Toronto, gli Integrity, i texani Iron Age e i TV On The Radio. E i NOFX, che molti sottovalutano come uno dei mille gruppi pop-punk stupidi. Alcuni loro pezzi non sono proprio intelligenti, ma altri sono incredibilmente ben pensati. The Decline (uscito nel 1999, per la precisione – ndr) è un capolavoro: forse non è il loro apice, preferisco Punk in Drublic, ma è di certo il più ambizioso. Per un gruppo del genere è una mossa davvero eccentrica. I Green Day lo hanno fatto con American Idiot, ma decisamente meno bene.

Anche voi avete fatto un pezzo da 18 minuti!
Certo! Year of the Pig (12” uscito nel 2008 – ndr) ha anche altre influenze, la psichedelia e il prog per esempio, ma sarei un bugiardo se dicessi che i NOFX non hanno nulla a che fare con quel disco e con la sua stessa esistenza.

In arrivo, dopo la doppia raccolta di rarità Couple Tracks, c'è un nuovo capitolo della saga, Year of the Ox.
Stiamo finendolo, sarà un altro 12” con un brano lungo dai 12 ai 15 minuti, ma molto meno cupo di Year of the Pig. L'approccio è lo stesso però, uno spazio per andare fuori di testa ed esplorare il nostro potenziale lato psichedelico. Poi faremo un pezzo con GZA del Wu-Tang Clan per il suo nuovo disco, ma non rapperò ne gridero, penso che sarà il resto del gruppo a fare le musiche. E poi un nuovo album, che stiamo cominciando a scrivere. Sarà una specie di rock opera, ma non so se uscirà. Cioè, uscira di sicuro, ma non so se sarà ancora una rock opera quando uscirà! I temi sono gli stessi del disco precedente: morte e rinnovamento, potere e sistemi di potere, religione e ordine naturale delle cose.


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