DEERHUNTER
Ma che bel castello

“Ci sono molti drones e molti suoni d'ambiente anche su Microcastle. È solo che li abbiamo nascosti per renderli inintelligibili all'orecchio umano. Ma fallo ascoltare al tuo cane qualche volta, e vedrai che si perderà in un mare sonoro di drones e suoni astratti! Non sono sicuro sui gatti, invece. Quindi, Microcastle è ingannevole, in realtà. Ci sono ambiente e vere canzoni in parti uguali.” Facciamone tesoro, cari lettori di Rumore, perchè è l'unica risposta almeno minimamente sensata che Moses Archuleta, batterista e membro fondatore dei Deerhunter, ha avuto la bontà di fornirci. Il resto, è pura spocchia. A volte divertente, a volte meno, a volte per nulla. Roba che non ci si fossero messi di mezzo tempi tecnici, scadenze e quant'altro avrebbe meritato di essere cestinata all'istante, per dedicare lo spazio previsto a gruppi magari altrettanto interessanti, o magari anche meno, ma umili quanto basta per discutere con chi fa parte di questo gioco tanto quanto loro. Quanto meno durante la promozione di un nuovo disco. E invece Moses ha deciso di fare il simpatico, o l'americano. O l'americano simpatico.
Non che le domande a lui inoltrate fossero un distillato di genio, va detto. Ma per un gruppo così importante e in crescita, sostanzialmente nuovo per i nostri lettori e per quelli italiani in generale, probabilmente alla prima intervista da queste parti, uno tende a tenersi sul convenzionale più del solito. E visti i risultati, dubitiamo che a questioni più complesse e originali il giovanotto avrebbe invece replicato con qualcosa di interessante e serio. Anzi, potremmo anche aver limitato i danni. Ma mancando il contraddittorio, a differenza del nostro interlocutore ci fermiamo qui, resistendo alla tentazione poco costruttiva di provare ad essere altrettanto simpatici. Li salva Microcastle, che è un gran bel disco. Come quelli che l'hanno preceduto e anche più.

Non era con Moses che avevamo intenzione di parlare, va detto. Sinonimo di Deerhunter è da sempre Bradford Cox, ventiseienne georgiano di Athens, altissimo e magrissimo causa Sindrome di Marfan, gay e vergine dichiarato, talentuoso autore, cantante e chitarrista. Peccato si sia messa di mezzo una tosse violenta che ha reso impossibile la prima telefonata, e che è nel frattempo diventata violentissima per la seconda, costringendolo all'annullamento di ogni impegno promozionale e all'investitura di Archuleta nel ruolo di portavoce. Sono loro due, comunque, ad aver formato il gruppo nel 2001. Moses dice di non essere mai stato un ragazzino dall'animo musicale: “Tanta gente fa musica, io da ragazzino catturavo lucertole. Ho cominciato a suonare nel 1979. Sono cresciuto ascoltano le cicale e Michael Jackson. C'è un disco che posso dire abbia cambiato la mia vita? Sì, c'è un disco che posso dire abbia cambiato la mia vita.” Al contrario Cox, riferendosi soprattutto allo stare su un palco e al suo trasformarsi per l'occasione da ragazzo pacato ad animale da palco: “Tutto questo è stato una mia fantasia sin da quando ero piccolo. Ho sempre voluto fare cose così, come il vestirmi da donna. Mi mettevo dei vestiti da bambino, mia madre non è mai stata così legata ai ruoli assegnati ai generi. Se volevo una Barbie la potevo avere, ma anche un Big Jim. Mia sorella ci ha cercati in rete e mi ha chiesto che ci facessi vestito da donna. Io le ho risposto che non lo so... 'Che ci facevo vestito da donna quando eravate voi a vestirmi, da piccolo?' È buffo... le amiche di mia sorella venivano a casa e mi truccavano. Ma non lo faccio per colpire, per attirare l'attenzione. Penso sia carino, tutto qui. Non mi piace l'idea di girare per il palco in jeans e maglietta.”
Il chitarrista prescelto è Colin Mee, uno che bazzica intorno ai Black Lips; il bassista è Justin Bosworth, che fa in tempo ad apparire sul singolo di debutto (uno split con gli Alphabets per Die Slaughterhaus, etichetta cardine della scena punk più marginale di Atlanta) prima di morire per le ferite alla testa riportate dopo una caduta sullo skateboard. Entra quindi Joshua Fauver, dagli Electrosleep International. “Bradford ed io abbiamo formato la band nel 1979 – è la versione di Moses – per combattere il degrado spirituale che vedevamo nelle strade. Ci siamo trovati insieme grazie al nostro comune amore per i cuccioli, i fantasmi e la pizza. Lockett ci ha chiamato quando è uscito dalla comunità ed era in cerca di qualcosa da fare, e lo abbiamo preso con noi. Josh faceva il pizzaiolo, in realtà, ed assomiglia a un gatto più che a una persona se proprio devo dirlo. A me non danno fastidio più di tanto i gatti. Bradford è allergico ai gatti neri, e non so bene quale sia la posizione di Lockett al riguardo.”
Lockett è Lockett Pundt, migliore amico di Cox dai tempi del liceo, che entra in formazione poco dopo l'uscita del primo album. Una raccolta di canzoni acerba eppure interessante, molto lontana dalle sonorità attuali del gruppo però utile per capirne gli sviluppi e coglierne qualche cenno premonitore. “È omonimo, ma ha anche un titolo non ufficiale, Turn It up Faggot. È uscito per la Stickfigure (altra etichetta storica di Atlanta, di estrazione più tipicamente hardcore -ndr) nel gennaio 2005, ha il numero di catalogo Stickfigure 018 ed è esaurito. Sarà remixato, rimasterizzato e ristampato prima o poi nel 2009.” Ai dati forniti dal batterista, aggiungiamo che il titolo non ufficiale (qualcosa tipo “alza 'sto volume, finocchio”) è gentilmente fornito come prevedibile da un gentiluomo del sud presente a uno dei primi concerti del gruppo, che quello fotografato in copertina è Jared Swilley dei citati Black Lips e che Bradford non ha mai perso occasione per dichiarare quanto detesti il disco: “Lo odio, davvero. Mi piaceva al tempo, ma eravamo un gruppo giovane e ansioso di fare uscire qualcosa. E non penso fossimo pronti. Un po' come un'eiaculazione precoce, capito? Lo abbiamo ficcato dentro e in un attimo... 'Whoa... oh, scusa'. Me ne vergogno, il missaggio e le voci sono distorti.”

Si parlava del sud degli Stati Uniti, terra assai fertile di talento da sempre e negli ultimi anni in particolare, dalle parti di Atlanta soprattutto. Come è crescere in questa sorta di particolare, culturalmente e attitudinalmente, stato nello Stato? “Esattamente come pensi che sia. Se ho mai pensato di trasferirmi altrove? Sì, a Belgrado” dice Moses. E vabbè. Dal sud comunque si allontanano periodicamente, imbarcandosi in lunghi tour insieme a vari compagni di strada, Lightning Bolt e Gang Gang Dance per esempio. Di passaggio a New York vengono registrate delle session al Rare Book Room di Samara Lubelski, ma per le bizze di Cox non se ne fa nulla, e il nuovo album Cryptograms viene rifatto da capo in Georgia, in due giorni. Pubblicato da Kranky nel 2007, ed osannato dalla critica, è il lavoro che rivela i Deerhunter al grande pubblico indie mondiale: a tratti etereo e ambientale, a tratti aggressivo e rumoroso, percorso da folate di psichedelia e di garage-pop devastato, animato da una vena di melodia sognante che rimanda a nomi classici come Sonic Youth, Spacemen 3, Joy Division. Successo bissato pochi mesi dopo dall'ottimo Fluorescent Grey EP, quattro tracce di palpitante noise-pop dal tocco magico e personale, prive dei passaggi ambient dell'album precedente e prova di una costante progressione musicale e lirica.
Colin Mee intanto se ne va, stufo di attenzioni non sempre rivolte all'aspetto artistico del gruppo. “Non voglio essere sovraesposto – disse – e non voglio che il mondo sappia che aspetto hanno i nostri escrementi.” Il riferimento è all'ormai celebre e frequentatissimo blog della band, dove viene postato un po' di tutto, dai reportage dei vari tour alle foto della propria merda, appunto. Ma dove viene anche postata, soprattutto da Bradford, tantissima musica. Provini dei Deerhunter, rarità assortite e brani inediti a firma Atlas Sound, alter ego solista del nostro del quale diciamo a parte. Una sorta di diario sonoro incessante, specchio di un flusso creativo che pare continuo e del quale si vogliono rendere partecipi tutti i seguaci. Detto del parere di Archuleta (“Non possiedo un computer, in realtà, e non uso praticamente mai Internet. Non ne so quindi molto a proposito di questa situazione del blog. Spero che ciò non mi faccia sembrare insensibile. I nostri fan sono molto importanti per me, indipendentemente dalla mia abilità tecnologica o piuttosto dalla sua mancanza”), il blog è però balzato agli onori delle cronache qualche mese fa per un incidente che sa molto di questi tempi. In pratica, la cartella privata di Cox presso uno dei vari servizi online di storaggio file è per qualche strano disguido diventata pubblica, e la gente ha potuto scaricare in un attimo materiale del tutto inedito, ma soprattutto non ancora destinato alla diffusione. Innanzitutto Weird Era Cont., nuovo album parallelo dei Deerhunter del quale era prevista l'inclusione nelle copie fisiche finite di Microcastle, già da tempo finito in rete a dispetto della data ufficiale di uscita. Ma anche i demo di Logos, prossimo attesissimo album di Atlas Sound in uscita chissà quando.
Il nostro inizialmente si incazza, dichiara che Weird Era Cont. era “una sorpresa, per rendere l'idea di una release date di nuovo divertente” e che per quanto riguarda Logos se ne fotte, può semplicemente fare un altro album, non era finito e adesso non lo sarà mai. Si dichiara colpevole di scarsa attenzione, ma dice che “non è una scusa per rovistare nel cestino dell'immondizia degli altri”. Poi chiede scusa per la reazione scomposta, giura che non si è trattato di una mossa pubblicitaria e dice che Logos in realtà lo vuole finire. “Quando faccio uscire un disco mi piace tenere in considerazione molti aspetti riguardo l'intera faccenda. Volevo che Microcastle e Weird Era Cont. fossero dischi da autunno/inverno. Suonerà stupido per alcuni di voi, ma è la verità. E lo ripeto, è stato un mio errore.” Che ne pensa il buon Moses, di tutto questo gran casino? “Come ho detto, non ne so molto di questa cosa. Se un album finisce online questo danneggia la rete in qualche modo? Se lo fa è un peccato, mi spiace. Spero non sia colpa nostra.” Ma che ci può dire di Weird Era Cont.? È stato scritto e realizzato prima o dopo Microcastle? Quali sono le differenze fra i due album? “Sono stati fatti contemporaneamente, soltanto durante parti diverse della giornata. Abbiamo lavorato a Microcastle durante il giorno, mentre Weird Era Cont. è stato creato di notte tramite emanazioni psichiche, durante il sonno o il sogno. Per questo, Microcastle è un album più chiaro, più immediato e illuminato, mentre Weird Era Cont. è un po' nebbioso, frammentato, e più surreale.”

E quindi arriva la risposta della quale si è detto molte righe fa, alla domanda sul nuovo vero album, sul suo essere molto più focalizzato e concentrato sulle canzoni, sul suo evocare addirittura in diversi punti l'innocenza del beat dei Sessanta e del pop dei Cinquanta, sull'atmosfera da ballata soul di un brano splendido come Twilight at Carbon Lake. Chiedendo se dietro al titolo ci sia un significato particolare, in effetti, andiamo proprio a cercarcela: “Stavamo sforzandoci di trovare un concetto molto astratto per il titolo dell'album. Vedi, si riferisce a un castello. Il che di solito ti fa pensare a un edificio enorme. Ma invece che enorme, che è quello che ti aspetteresti, immaginane uno piccolo. Ecco! Adesso hai un microcastello!” Si nota comunque un amalgama sempre maggiore fra i vari componenti del gruppo, e un lavoro di squadra. Come se Bradford ne fosse la principale forza motrice, ma non l'unica. Come lavorano i Deerhunter quindi? “Se i Deerhunter fossero una tazza di caffè: Bradford è i chicchi, io il macinino, Josh il filtro e Lockett l'acqua calda.” Bradford è una piccola celebrità indie, e di lui si sanno molte cose. Possiamo sapere qualcosa di più sui suoi compagni? “Certo! Mi chiamo Moses Archuleta. Suono la batteria e voterò per Obama. Lockett Pundt suona la chitarra elettrica e voterà per Obama. Joshua Fauver suona il basso elettrico e voterà per Obama.” Che ne pensano i suddetti compagni delle cose di Atlas Sound? Come fa Bradford a decidere cosa userà per il suo progetto solista e cosa per il gruppo? “Non mi piace la roba di Atlas Sound, perchè voterà per McCain. Non riesco nemmeno a provare a capire come faccia un conservatore a scegliere se un pezzo sarà Atlas Sound o Deerhunter.” Band alle quali si sentono più vicini in termini di musica o attitudine, che dicono qualcosa di nuovo e interessante? “Liars, Miami Heat, The Fakers, Dirty Projectors, Black Lips, High Places, Vivian Girls, Trelkovsky, Patriot Games, No Age, Times New Viking, Ghostworld, Diet Cola, Crystal Stilts, The Peacemaker, Valet, White Rainbow, Golden Girls... ce ne sono molti di più, solo che adesso non mi vengono in mente.” E i Nine Inch Nails, ai quali hanno fatto da supporto in tour di recente? Accoppiata bizzarra... Vi piacciono? Come ha reagito il loro pubblico? Che insegnamenti portate a casa dopo un'esperienza così diversa dal solito? “È stata una grande opportunità. Hanno un live show eccezionale, e il pubblico era educatamente ricettivo. Chi più chi meno, siamo fan dei Nine Inch Nails. In tour ho imparato a usare un po' il computer, a sufficienza per fare questa intervista nel programma di posta elettronica. Grazie!” Di nulla.

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